Dal 9 al 16 ottobre 2025, la prima italiana dell’opera della compositrice finlandese arriva al Teatro dell’Opera in un nuovo allestimento firmato da Peter Sellars. Sul podio Ernest Martínez Izquierdo
Un’opera che parla di maternità, violenza, perdono e destino, nata dalla profonda amicizia e collaborazione tra due artisti visionari: la compositrice finlandese Kaija Saariaho e il regista statunitense Peter Sellars, che firma per la prima volta una regia all’Opera di Roma.
Dal 9 al 16 ottobre 2025, va in scena al Teatro Costanzi la prima italiana di Adriana Mater, intensa e potente opera in due atti scritta da Saariaho su libretto di Amin Maalouf, giornalista e scrittore libanese di fama internazionale. A dirigere l’orchestra sarà Ernest Martínez Izquierdo, storico collaboratore della compositrice, anche lui al suo debutto con la fondazione lirica capitolina.
Una storia di madri, figli e scelte impossibili
Adriana Mater è ambientata in un contesto di guerra e racconta la storia di Adriana, una donna che sceglie di portare a termine una gravidanza nata da uno stupro, opponendosi alla sorella Refka, che vorrebbe proteggerla da un destino segnato dalla violenza. Il figlio Yonas, crescendo, mostrerà segni di inquietudine e rabbia, e la madre sarà costretta a confrontarsi con una domanda dolorosa: quanto il passato può determinare l’anima di un essere umano?
Sellars descrive l’opera come una sorta di tragedia greca moderna, con soli quattro personaggi ma una densità emotiva straordinaria. «Kaija voleva raccontare una storia di madre – ha dichiarato il regista – perché nell’intera storia dell’opera non c’è mai stato un lavoro teatrale su una madre scritto da una donna». Un’opera che riflette sul legame profondo e misterioso tra genitori e figli, tra violenza e compassione.
Un nuovo allestimento, un cast internazionale
Dopo il debutto nel 2006 a Parigi e diverse riprese internazionali, l’ultima delle quali nel 2023 a San Francisco poco prima della scomparsa della compositrice, Sellars porta a Roma un nuovo allestimento in coproduzione con la San Francisco Symphony.
Nel ruolo della protagonista, il mezzosoprano Fleur Barron, che torna a lavorare con Sellars dopo il successo statunitense dell’opera, premiato con il Grammy Award 2025 per la migliore registrazione operistica. Con lei, di nuovo in scena a Roma, Axelle Fanyo (Refka), che tornerà sullo stesso palco a marzo nel ruolo di Ariadne, il tenore americano Nicholas Phan (Yonas) e il baritono Christopher Purves (Tsargo), interprete anche di opere contemporanee come Innocence della Saariaho alla Royal Opera House.
La parte corale è affidata a Ciro Visco, i costumi sono firmati da Camille Assaf, le luci da Ben Zamora e il sound design è curato da Timo Kurkikangas.
Kaija Saariaho: una voce unica del nostro tempo
Scomparsa nel 2023, Kaija Saariaho è stata una delle compositrici contemporanee più importanti e apprezzate a livello mondiale. Tra le poche ad essere ospitata dal Metropolitan Opera di New York, ha ricevuto nel 2021 il Leone d’Oro alla carriera dalla Biennale Musica di Venezia. Nello stesso anno, la sua ultima opera, Innocence, ha conquistato pubblico e critica al Festival di Aix-en-Provence.
Con Adriana Mater, Saariaho lascia un’opera che parla al cuore del nostro tempo, offrendo una meditazione profonda sull’identità, il trauma e la possibilità del perdono. Un evento imperdibile che arricchisce la nuova stagione dell’Opera di Roma con un’opera rara, intensa e necessaria.
Roberto Puntato