Una commedia amara e poetica sull’incontro tra due anime ferite, tra carte, ricordi e verità inaspettate
In anteprima nazionale, sabato 18 ottobre alle ore 21.00 e domenica 19 ottobre alle ore 17.30, il palcoscenico del Teatro Ciak di Roma ospiterà Gin Game, la celebre commedia di Donald L. Coburn, Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 1978. A dare corpo e voce ai protagonisti saranno due interpreti d’eccezione del teatro italiano: Giuseppe Pambieri e Pamela Villoresi, diretti da Gianpiero Francese.
La pièce si svolge all’interno di una casa di riposo, dove due anziani, Weller Martin e Fonsia Dorsey, si incontrano per caso nel giorno delle visite. Entrambi segnati dalla solitudine e da un passato di delusioni, trovano l’uno nell’altra un rifugio temporaneo, un compagno di gioco, ma anche uno specchio impietoso. Weller, burbero ma dal cuore fragile, propone a Fonsia di imparare a giocare a gin rummy. Lei apprende rapidamente e inizia a vincere ogni mano, scatenando l’insofferenza e la frustrazione del suo avversario.
Tra una partita e l’altra, emergono storie, segreti, dolori mai sopiti. Quella che inizia come una leggera commedia dai toni brillanti si trasforma in un confronto serrato tra due solitudini: un gioco fatto di parole taglienti, confessioni improvvise e ferite che riaffiorano. Sul tavolo non ci sono solo carte, ma le esistenze stesse dei due protagonisti.
Gin Game è una riflessione ironica e toccante sulla vecchiaia, sul bisogno umano di connessione e sulla sottile linea che separa il conforto dalla crudeltà quando si cerca di sopravvivere a sé stessi.
Il testo, diventato un classico del teatro contemporaneo, è già stato portato in scena in Italia da grandi nomi: da Paolo Stoppa e Franca Valeri con la regia di Giorgio De Lullo nel 1978, a Paolo Ferrari e Valeria Valeri nel 1990, fino a Massimo De Francovich e Valeria Moriconi nel 2002.
Con la regia di Gianpiero Francese e la sensibilità di due interpreti intensi e versatili come Pamela Villoresi e Giuseppe Pambieri, questa nuova edizione si preannuncia come un momento di grande teatro, capace di far sorridere e riflettere, con delicatezza e profondità.
Roberto Puntato