Dal 21 ottobre al 2 novembre 2025, un viaggio oscuro e visionario nel potere e nell’inconscio umano, con Sandra Toffolatti nel ruolo di Lady Macbeth
Una delle tragedie più celebri e inquietanti del teatro di tutti i tempi torna in scena con una nuova potente messinscena: “Macbeth” di William Shakespeare sarà in cartellone al Teatro Greco di Roma dal 21 ottobre al 2 novembre 2025, con la regia di Daniele Pecci, che interpreta anche il ruolo del protagonista.
Accanto a lui, nel ruolo altrettanto centrale e inquietante di Lady Macbeth, Sandra Toffolatti. Lo spettacolo, prodotto da United Artists, si presenta come una lettura visionaria e perturbante dell’ambizione, del delirio e della rovina che derivano dal desiderio di potere.
Completano il cast un gruppo di attori di grande esperienza e sensibilità: Duccio Camerini (Duncan/Seyward), Gabriele Anagni (Malcolm), Giovanni Taddeucci (Donalbain/Capitano), Mauro Racanati (Banquo), Vincenzo De Michele (Macduff), Massimo Odierna, Silvio Laviano, Pier Paolo De Mejo, Lorenzo Rossi, Tommaso Tampelloni e Michele Nani.
Le scene sono firmate da Carmelo Giammello, i costumi da Alessandro Lai e le musiche originali da Patrizio Maria D’Artista.
Secondo Daniele Pecci, Macbeth è “la più esoterica delle tragedie shakespeariane”, un’opera in cui il vero viaggio è interiore, un’immersione nell’inconscio, nel sogno e nel delirio del protagonista. L’ascesa al potere si trasforma presto in una spirale omicida senza ritorno: “Una volta entrati nel sangue, bisogna per forza proseguire”, scrive Pecci, descrivendo Macbeth come un incubo lucido, un luogo mentale in cui la linea tra realtà e follia si fa sempre più sottile.
La messinscena si annuncia carica di suggestioni visive e atmosferiche: desolate lande metafisiche, tramonti surreali di sangue, paesaggi distorti, che riflettono la frattura tra il mondo esterno e l’oscurità interiore del protagonista.
Un allestimento che promette di restituire tutta la forza tragica e visionaria di un’opera immortale, e di far risuonare nell’animo degli spettatori l’eco inquietante della più nera delle ambizioni umane.
Roberto Puntato