Un monologo ironico e commovente sull’imperfezione, l’identità e l’accettazione: dal 23 ottobre al 9 novembre, in scena la libertà di essere “sbagliate bene”
Una donna. O forse una bambola. Sicuramente un’anima divisa tra la voglia di essere all’altezza e il bisogno di liberarsi da ogni perfezione imposta. Michela Andreozzi torna sul palco con “Tutta da aggiustare – Sbagliata”, un nuovo spettacolo scritto con Giorgio Scarselli, che debutta in prima nazionale al Teatro Manzoni di Roma da giovedì 23 ottobre a domenica 9 novembre.
Accompagnata dal Maestro Greggia, Andreozzi dà vita a un monologo a più voci, dove convivono l’adulta insicura, la bambina distratta, la madre giudicante, una maestra elementare, una fata madrina e persino la voce della cattiva coscienza. Un flusso teatrale intimo, ironico e a tratti struggente, che attraversa ricordi scolastici e traumi quotidiani, pranzi mai digeriti e sogni rimandati, per raccontare con sincerità la fatica di sentirsi “a posto”.
«È intelligente, ma non si impegna», «Si distrae facilmente»: frasi incise nella memoria di molte donne che, come la protagonista, non hanno mai avuto una diagnosi né una definizione, ma solo una sensazione costante di inadeguatezza. Il racconto, scandito dalla musica e da una scenografia evocativa firmata Marcello Di Carlo, si muove tra autoironia e profondità, riflettendo sulla cultura woke, l’ansia da performance, la fluidità dei ruoli e la necessità, oggi più che mai, di abbracciare le proprie imperfezioni.
Con la supervisione alla regia di Enrico Maria Lamanna e la produzione di Marioletta Bideri per Bis Tremila, Tutta da aggiustare non è solo uno spettacolo teatrale, ma un manifesto di autenticità. Un invito, soprattutto alle donne, ad accettare le proprie “storture” e a riconoscere che nessuno, da vicino, è davvero normale.
Una pièce che fa ridere e riflettere, portando in scena una verità non filtrata, come la voce di chi finalmente ha deciso di ascoltarsi. Anche quando nessuno lo faceva.
Roberto Puntato