Dal 9 ottobre su Prime Video arriva lo show che trasforma la commemorazione funebre in una spietata gara di comicità: protagonisti quattro personaggi famosi italiani e sei comici senza pietà
C’è chi ai funerali piange, chi prega, chi si commuove. E poi c’è chi… ride. Con “Roast in Peace”, disponibile su Prime Video dal 9 ottobre, il funerale diventa uno spettacolo comico in cui le lacrime sono di riso, e la commemorazione è un’occasione per dissacrare – con eleganza e cattiveria – quattro volti noti del panorama italiano.
Lo show, Original italiano targato Prime Video e prodotto da Stand By Me, è composto da sei episodi da 20 a 36 minuti e può essere visto anche su Sky Q, Sky Glass e Now tramite app Smart Stick. Alla conduzione, l’irriverente Michela Giraud, che veste i panni dell’officiante in una cerimonia funebre del tutto particolare: si celebrano vip ancora vivi, con discorsi che non sono elogi ma veri e propri “roast” – ovvero battute al vetriolo, battaglie comiche senza esclusione di colpi.
Vip (non) defunti e comici spietati
I protagonisti di questa prima stagione sono Selvaggia Lucarelli, Roberto Saviano, Elettra Lamborghini e Francesco Totti, che si mettono in gioco accettando di essere “seppelliti” da sei comici professionisti noti per il loro umorismo tagliente: Stefano Rapone, Edoardo Ferrario, Beatrice Arnera, Eleazaro Rossi, Corrado Nuzzo e Maria Di Biase.
Cinque episodi sono dedicati a ciascun “funerale” – incluso quello della stessa Michela Giraud, diventata vittima comica del format nel penultimo episodio. Il sesto è un episodio speciale “best of”, che raccoglie i momenti più esilaranti delle cerimonie e incorona il vincitore della sfida comica.
Un format tra l’aldilà e la stand-up
Il “roast”, genere di culto nella stand-up americana (reso celebre dai Comedy Central Roasts con Justin Bieber o Charlie Sheen), arriva in Italia in una versione tutta nuova: una messa in scena da funerale, con bara, pubblico in sala e un’atmosfera noir che fa da cornice a battute corrosive e osservazioni feroci.
Ogni comico, con il proprio stile, prende di mira il vip del giorno, cercando di superare i colleghi in ferocia e originalità, sempre in equilibrio sul filo sottile tra ironia brillante e sarcasmo spietato. A decretare chi ha colpito più duro è il pubblico in sala, ma il verdetto può essere ribaltato dai “morti” stessi, che a fine episodio hanno la possibilità di premiare o punire.
Ironia, coraggio e risate: i retroscena
Non tutti i vip sono stati facili da “arrostire”. Francesco Totti, ad esempio, ha messo in soggezione buona parte dei comici, tanto che Edoardo Ferrario ha confessato di aver pensato di abbandonare lo show pur di non insultare il suo idolo. «Avrei restituito i soldi del cachet a Jeff Bezos», ha ironizzato.
Elettra Lamborghini, invece, ha raccontato di essersi divertita tantissimo, persino confondendo Maria Di Biase con la food influencer Benedetta Rossi. Selvaggia Lucarelli è stata la più temuta anche da “morta”, mentre Roberto Saviano, unico assente alla presentazione ufficiale dello show, ha dimostrato di saper reggere anche il fuoco incrociato dell’ironia.
E lo stesso Totti, alla fine, si è lasciato andare: «È stata un’esperienza divertente. Magari la rifaccio. Tanto prima o poi al cimitero ci andiamo tutti…», ha detto, conquistando persino Michela Giraud, che lo ha paragonato a Gigi Marzullo.
Un esperimento che seppellisce il politicamente corretto
“Roast in Peace” non è solo uno show comico, è una sfida all’ipocrisia del politically correct, un modo per dimostrare che si può ridere di tutto, anche della morte, se lo si fa con intelligenza. Ogni episodio è un duello all’ultima battuta, un’arena teatrale dove il pubblico ride, applaude e partecipa a un rito comico collettivo. Il funerale diventa lo specchio di una comicità che non fa sconti, ma sa anche celebrare – a modo suo – i protagonisti della cultura pop italiana.
E alla fine, come dice la stessa Giraud: «Nessuno sfugge al roast. Nemmeno i morti».
Alberto Leali