La regia di Alberto Rizzi firma una nuova, brillante rilettura del capolavoro di Tom Stoppard
Dal 5 al 16 novembre, il Teatro Ambra Jovinelli accoglie una delle commedie più celebrate del teatro contemporaneo: Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom Stoppard, nella traduzione di Lia Cuttitta, per la regia di Alberto Rizzi. In scena, un cast d’eccezione guidato da Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli, affiancati da Paolo Sassanelli, Andrea Pannofino e Chiara Mascalzoni.
Prodotto in collaborazione con Ippogrifo Produzioni ed Estate Teatrale Veronese, e con la concessione di United Agents Ltd, lo spettacolo porta in scena un nuovo e sorprendente allestimento che unisce l’umorismo britannico di Stoppard alla comicità fisica della Commedia dell’Arte, in un gioco teatrale vivace e intelligente che riflette sulla condizione umana attraverso la risata.
L’Amleto visto dal buco della serratura
L’idea geniale di Tom Stoppard – premio Oscar per la sceneggiatura di Shakespeare in Love – fu quella di spiare Amleto “dal buco della serratura”, raccontandolo dal punto di vista di due personaggi secondari, Rosencrantz e Guildenstern, trasformati da comparse in protagonisti assoluti di una tragicommedia esistenziale.
Due clown, due guitti, due anime smarrite che osservano il dramma del principe danese senza comprenderlo del tutto, e che proprio in questa loro inconsapevolezza trovano la forza di incarnare la condizione umana: quella di chi vive senza sapere perché, in bilico tra il caso e il destino.
Parola, gesto e riflessione
«Ho sempre pensato – racconta il regista Alberto Rizzi – che fosse geniale l’idea di Stoppard di trasformare la più grande tragedia di tutti i tempi in una farsa sull’esistenza umana. Con questo allestimento ho voluto creare uno spettacolo nuovo, divertente, capace di fondere la finezza verbale dell’umorismo inglese con la vitalità gestuale della nostra tradizione comica».
A incarnare i due antieroi shakespeariani, Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli, coppia perfetta di clown/avventurieri dal ritmo irresistibile. Al loro fianco, Paolo Sassanelli, nel ruolo del Capocomico, guida con ironia e carisma la compagnia dei comici erranti, in un gioco meta-teatrale che alterna filosofia e burla, riflessione e farsa.
Un grande gioco scenico
La scenografia di Luigi Ferrigno è una vera macchina teatrale: un marchingegno medievale che unisce il carro dei comici dell’Arte al palcoscenico elisabettiano, trasformandosi di volta in volta in teatro, castello o nave. I costumi, dinamici e mutevoli, seguono la stessa logica del teatro dentro il teatro, mentre le musiche di Natalino Pannofino accompagnano la messinscena con ritmo e atmosfera.
Un classico sempre attuale
A oltre sessant’anni dal suo debutto, Rosencrantz e Guildenstern sono morti continua a conquistare il pubblico di tutto il mondo per la sua ironia intelligente e la sua malinconia universale. Questa nuova produzione italiana ne esalta la leggerezza, la profondità e la straordinaria modernità, offrendo uno spettacolo giocoso, dinamico e popolare, nel senso più autentico e shakespeariano del termine.
Una riflessione brillante e senza tempo sulla vita, sul caso e sull’identità, raccontata con il sorriso di chi sa che, in fondo, siamo tutti un po’ Rosencrantz e Guildenstern: spettatori e protagonisti inconsapevoli del nostro destino.
Roberto Puntato