Nella sezione Panorama Italia di Alice nella città, è al cinema dal 16 ottobre con Eagle Pictures
Esordio nel lungometraggio di Daniele Barbiero, Squali è un dramma generazionale che parla di scelte, ambizione e paura del futuro. Ambientato tra la provincia veneta e Roma, il film segue Max (Lorenzo Zurzolo), un diciannovenne in bilico tra sogni e responsabilità, improvvisamente catapultato in un mondo che promette successo ma nasconde insidie.
È l’estate dopo la maturità ed il mondo sembra spalancarsi davanti a Max, ma la realtà della provincia veneta pesa come una zavorra. Un giorno riceve un’email inaspettata da Robert Price (James Franco), un carismatico imprenditore americano che ha notato la sua app per orientare i giovani nella scelta universitaria. Quel contatto, apparentemente fortuito, cambia tutto: Max parte verso Roma, dove lo attende un universo nuovo, veloce, spietato. Le certezze vacillano, le amicizie si incrinano, l’ambizione si mescola alla paura di perdere se stesso.
In un’estate che segna il confine tra adolescenza e vita adulta, Squali racconta la fame di futuro di una generazione che deve imparare a muoversi per non affondare.
Barbiero sceglie di raccontare la crescita non come un trionfo, ma come una vertigine. I suoi ragazzi si muovono come pesci inquieti, incapaci di restare fermi, ma terrorizzati dal muoversi. L’“essere squali” del titolo è una condanna, non un vanto. Visivamente, il film non ha l’urgenza di impressionare: preferisce osservare. Le inquadrature respirano lente, i dialoghi spesso si interrompono prima di dire tutto. È un cinema che sussurra invece di urlare, che lascia il non detto scivolare sottopelle.
C’è però un rischio: il film è così preso dalla sua misura introspettiva da sfiorare, a tratti, l’autocompiacimento. Alcune sequenze sembrano più attente alla loro bellezza visiva che alla tensione drammatica. Nel complesso, però, il film funziona, è un prodotto ben confezionato che sicuramente piacerà alla generazione che racconta. Un film imperfetto, sì, ma vivo. E in un cinema spesso prudente, è già una qualità.
Federica Rizzo