Dal 16 maggio al 7 giugno 2025 a Palazzo Carpegna 33 capolavori donati da Gian Enzo Sperone, tra pittura antica, moderna e contemporanea
L’Accademia Nazionale di San Luca celebra un evento eccezionale: la donazione di 33 opere d’arte da parte di Gian Enzo Sperone, tra i più influenti galleristi, collezionisti e mercanti d’arte a livello internazionale. Un gesto di grande generosità e valore culturale che sarà presentato al pubblico dal 16 maggio al 7 giugno 2025 negli spazi espositivi del piano terra di Palazzo Carpegna, nel cuore di Roma. L’iniziativa si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
Con le sue gallerie aperte tra Torino, Milano, Roma e New York, Sperone ha influenzato profondamente il sistema dell’arte dagli anni Sessanta a oggi. La sua donazione rappresenta il contributo più significativo ricevuto dall’Accademia dal 1934, quando il barone Michele Lazzaroni lasciò in eredità dieci dipinti, tra cui il celebre Giuditta e Oloferne di Giovan Battista Piazzetta.
Come sottolinea il presidente dell’Accademia Francesco Cellini, questa donazione testimonia “l’alta considerazione che l’istituzione gode a livello internazionale” e rafforza la missione di tutela, studio e valorizzazione delle arti visive.
La raccolta comprende 29 opere di maestri del Seicento e Settecento, selezionate con rigore e sensibilità storica. Tra queste spiccano Loth e le figlie di Gioacchino Assereto, Sant’Andrea Apostolo del Guercino, Manio Curio Dentato rifiuta i doni dei Sanniti di Vincenzo Camuccini e Maddalena penitente del Cigoli, già parte del Getty Museum. Ci sono inoltre capolavori di Luca Giordano, Giacomo Ceruti, Leandro Bassano, Bernardo Strozzi, Giovanni Antonio Guardi, Anton Raphael Mengs e il Ritratto di Antonio Canova di John Jackson, esposto alla Royal Academy nel 1819 con grande risonanza.
Non mancano opere di rara raffinatezza collezionistica, come i due “capricci” architettonici di Jean Lemaire già appartenuti a Federico Zeri, e il Ritratto di gentiluomo di Rutilio Manetti della collezione Chigi Zondadari.
La raccolta si completa con due opere del primo Novecento: Natura morta melodrammatica di Filippo de Pisis (1923) e il Ritratto di Don Salvatore Petito di Francesco Paolo Michetti, omaggio a una delle figure simbolo del teatro popolare napoletano.
L’arte contemporanea è rappresentata da due contributi di forte impatto simbolico e concettuale: Costellazione del Leone (1980) di Carlo Maria Mariani, grande disegno preparatorio che ritrae la comunità artistica romana degli anni Settanta in stile accademico, e Crepuscolo degli Idoli (1997) di Giulio Paolini, installazione che evoca la caduta della classicità attraverso frammenti poetici e visionari.
Al termine della mostra, le opere entreranno a far parte della collezione permanente dell’Accademia e saranno esposte in uno spazio dedicato, completamente restaurato, al piano terra di Palazzo Carpegna a partire dal prossimo autunno.
La donazione Sperone non è solo un arricchimento patrimoniale: è un ponte tra passato e presente, tra memoria storica e ricerca contemporanea. Un gesto che riconferma il ruolo dell’Accademia come custode e promotrice del sapere artistico attraverso i secoli.
Alberto Leali