La prescrizione dell’arte che cura: dal MiC il via a un nuovo approccio sistemico per il benessere psicofisico.
Un convegno al Ministero della Cultura fa il punto sulle pratiche internazionali e italiane che uniscono arte e salute. Borgonzoni: “Verso un accordo con musei e parchi per pazienti con patologie neurodegenerative”
L’arte come strumento di benessere e terapia: è questa la direzione su cui punta il Ministero della Cultura con un approccio strutturato e sistemico alla cosiddetta “prescrizione culturale”.
Se ne è parlato oggi al convegno “La prescrizione dell’arte che cura”, promosso e organizzato dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, nella suggestiva cornice della Sala della Crociera del MiC.
Esperti di cultura, medicina, economia e accademia si sono confrontati sulle metodologie già adottate in Italia e all’estero – dal modello britannico dell’Art on Prescription alle esperienze canadesi – evidenziando risultati e prospettive future.
“Promuovere l’arte non è solo divulgazione del sapere: significa investire sulla salute”, ha dichiarato la Senatrice Lucia Borgonzoni in apertura. “Studi scientifici e il Rapporto OMS del 2019 lo dimostrano: l’arte può incidere positivamente su parametri come il cortisolo, la salute cardiovascolare, la socialità e perfino la crescita neonatale. Per questo – ha annunciato – avvieremo una collaborazione con un’università italiana per una ricerca scientifica solida e sistemica, capace di trasformare iniziative sporadiche in vere politiche intersettoriali”.
Il convegno si è articolato in quattro panel tematici, moderati da giornalisti, che hanno coinvolto 16 relatori tra dirigenti del MiC, medici, professori universitari, economisti e professionisti culturali. Ampio spazio è stato dato a casi studio, testimonianze, e alle applicazioni pratiche dell’integrazione tra arte e medicina: musica, cinema, teatro, videogiochi, danza e arti visive come strumenti di cura e formazione sanitaria.
Altro tema centrale, il welfare culturale e la prescrizione sociale: l’idea che l’accesso alla cultura possa diventare parte integrante di percorsi terapeutici o di prevenzione, soprattutto in contesti di fragilità psicofisica o sociale.
“L’obiettivo immediato – ha aggiunto Borgonzoni – è portare in Conferenza Stato-Regioni un accordo con musei e parchi archeologici statali, per permettere l’ingresso gratuito ai pazienti con patologie neurodegenerative dietro prescrizione medica. Stiamo anche lavorando con Istat e le Regioni per inserire nuovi quesiti legati al benessere nei musei nel prossimo censimento triennale, e puntiamo a formare personale specializzato in questa nuova frontiera del rapporto tra cultura e salute”.