Sessanta scatti, molti inediti, raccontano il dietro le quinte del grande cinema italiano e internazionale
Dal 10 luglio al 10 agosto 2025, lo Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita la mostra “Sergio Strizzi: lo sguardo oltre il set”, un omaggio visivo e narrativo a uno dei fotografi di scena più importanti del cinema italiano. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, è curata da Melissa e Vanessa Strizzi in collaborazione con l’Archivio Sergio Strizzi, e propone al pubblico una selezione di circa sessanta fotografie, molte delle quali mai mostrate prima.
Un testimone silenzioso dell’anima del cinema
Sergio Strizzi (Roma, 1931 – 2004) ha saputo raccontare il cinema come pochi altri, non solo immortalando volti e scene, ma cogliendo l’essenza dei momenti vissuti sul set. I suoi scatti sono molto più che semplici documenti: sono frammenti di atmosfera, emozioni sospese, sguardi rubati che rivelano il cuore del film e dei suoi protagonisti. Alcune delle sue immagini sono diventate simboliche al punto da essere più riconoscibili del film stesso.
Un percorso in tre atti: Monica Vitti, i ritratti, il backstage
La mostra si sviluppa in tre sezioni tematiche, ognuna delle quali evidenzia un diverso aspetto della sensibilità fotografica di Strizzi.
- La prima sezione presenta una preziosa serie di fotografie inedite del 1960, che ritraggono una giovane e magnetica Monica Vitti nella cornice sospesa della Torre Galfa di Milano, tra luce naturale e architettura moderna.
- Nella seconda sezione, sono protagonisti ritratti intensi di attori, registi e maestranze colti nei momenti di maggiore vulnerabilità e concentrazione. Strizzi dimostra la sua abilità di restare invisibile, pur trovandosi nel cuore dell’azione, con uno sguardo sempre discreto ma incisivo.
- L’ultima sezione è un’immersione nel dietro le quinte del cinema, con fotografie cariche di energia e movimento: da Sophia Loren tra la folla ne L’oro di Napoli (1954) a Roberto Benigni sul set de La vita è bella (1997), passando per le atmosfere rarefatte dei film di Michelangelo Antonioni come La notte, L’eclisse e Deserto rosso.
Una carriera tra Roma, Hollywood e il mito
Strizzi iniziò la sua carriera nel fotogiornalismo, lavorando per agenzie come Publifoto, per poi approdare al cinema nel 1952 grazie a Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, che lo chiamarono per il film Gli undici moschettieri. Da allora ha documentato più di cento produzioni, da Totò a colori a Miseria e nobiltà, da La donna del fiume a La leggenda del pianista sull’oceano.
Negli anni ’60 il suo talento lo portò anche su set internazionali, come quelli della saga di James Bond, lavorando su titoli storici come From Russia With Love, You Only Live Twice e For Your Eyes Only, fotografando Sean Connery e Roger Moore. Ha collaborato con registi del calibro di John Huston, Peter Yates, Terry Gilliam e Joseph Losey, e con star come Audrey Hepburn, che lo volle per un servizio esclusivo pubblicato da Life in occasione del suo cinquantesimo compleanno.
Negli anni ’90, ha continuato a essere testimone privilegiato del grande cinema italiano, affiancando registi come Giuseppe Tornatore, Ettore Scola, Liliana Cavani e ancora Benigni. Le sue fotografie sono apparse su importanti riviste internazionali e in oltre cinquanta pubblicazioni editoriali.
Uno sguardo che ha fatto la storia
Con questa mostra, Roma celebra un maestro invisibile della narrazione per immagini, un uomo che ha saputo raccontare il cinema da dentro, con uno sguardo unico capace di cogliere la magia che nasce tra un ciak e l’altro. “Lo sguardo oltre il set” non è solo un’esposizione fotografica, ma un viaggio nel cuore pulsante della settima arte.
Alberto Leali