Diretto da Uberto Pasolini, arriva al cinema il 30 gennaio con 01 Distribution
Con Itaca. Il ritorno, Uberto Pasolini non realizza semplicemente un film su Ulisse – o Odisseo, come viene chiamato nel lungometraggio – ma propone un’opera che esplora le prospettive di un uomo al limite, tornato per fare i conti con ciò che aveva lasciato irrisolto. È una riflessione universale che abbraccia anche i temi della pace e della guerra, mostrando la complessità di un uomo di fronte alle sue responsabilità.
Pasolini decostruisce, con grande intelligenza, il mito dell’eroe omerico, trasformandolo in una figura più umana e imperfetta: un uomo che, partito per “non vivere come un bruto”, ha abbandonato una moglie, un figlio e un popolo oppresso, ponendo in evidenza dinamiche sociali che richiamano problematiche attuali.
Scritto da John Collee ed Edward Bond, il film resta fedele allo spirito del poema omerico, rispettandolo in diversi punti quasi alla lettera. Girato tra Corfù e l’Italia, con scenografie volutamente sobrie e austere, Itaca. Il ritorno dimostra che il genere peplum, se ben concepito, può ancora offrire spunti di grande interesse, anche sul piano visivo e cinematografico.
Il film si concentra su uno dei momenti più iconici dell’Odissea: il ritorno di Odisseo a Itaca. Ralph Fiennes, straordinario, interpreta un Ulisse segnato dalla sofferenza. Accanto a lui, un cast solido: Claudio Santamaria è il fedele porcaro Eumeo, Charlie Plummer dà volto a un Telemaco colmo di rabbia, mentre Marwan Kenzari è l’Antinoo a capo dei proci. C’è spazio anche per momenti toccanti, come l’ultimo incontro tra Ulisse e il cane Argo, e per scene cariche di tensione, come la celebre prova dell’arco. Non manca, ovviamente, Penelope, interpretata da una magnetica Juliette Binoche, che restituisce tutta la complessità di un personaggio diviso tra rancore e amore verso un marito che, per anni, ha vissuto lontano da lei.
Dal punto di vista tecnico, il film si distingue per una regia elegante e una colonna sonora struggente, composta da Rachel Portman, che accompagna con grazia le atmosfere del racconto. Sebbene non riesca a essere memorabile nella sua totalità, l’opera regala momenti di straordinaria intensità emotiva, anche grazie alle interpretazioni misurate di Fiennes e Binoche.
Uberto Pasolini indaga il corpo e la psicologia di un Odisseo vulnerabile, trasformando le sue cicatrici in narrazioni silenziose. Ne mostra l’egoismo, l’arroganza e il tormento, facendo emergere un uomo che, prima ancora di cercare redenzione come marito, vuole chiederlo come individuo. È una differenza cruciale, che rende il film profondamente moderno e toccante, capace di parlare al presente pur mantenendo il rigore formale del mito classico.
Itaca. Il ritorno è dunque un’opera che rispetta e rielabora la figura di Odisseo, arricchita da un’ambientazione austera, una narrazione intensa e alcune sequenze memorabili. Sebbene soffra di una durata forse eccessiva e manchi di quel guizzo finale che lo avrebbe reso davvero compiuto, rimane un esempio di cinema raffinato e di grande impatto emotivo.
Ilaria Berlingeri