Alla Gambero Rosso Academy un evento per scoprire la nuova anima enologica abruzzese tra tradizione, evoluzione e consapevolezza territoriale
Presso la sede della Gambero Rosso Academy si è tenuta la masterclass Le Stagioni del Vino, un evento interamente dedicato alla produzione della cantina abruzzese Spinelli, una realtà storica con sede ad Atessa, nel lembo meridionale della regione, tra le colline Frentane e il medio Sangro.
È in questa zona, tra mare e montagna, su suoli argilloso-calcarei baciati da un microclima unico, che la famiglia Spinelli vive e fa vino da generazioni. Fondata come azienda agricola familiare nel 1973, Cantine Spinelli ha saputo evolversi fino a diventare oggi un riferimento del territorio grazie a una viticoltura di qualità sempre più attenta al mercato italiano.
Fulcro della masterclass è stata la linea Le Stagioni del Vino, nata nel 2020 come nuova sfida produttiva e identitaria, che già con il Trebbiano d’Abruzzo 2021 ha raggiunto importanti riconoscimenti, come i Tre Bicchieri nella guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso. Un vino che si distingue per le sue note affumicate, la sua leggerezza aromatica di erbe e agrumi e una bocca tesa, salina, dal finale luminoso e persistente.
Come sottolineato da Vincenzo Spinelli, titolare dell’azienda, questo nuovo corso è frutto di un lungo processo di rinnovamento interno: “Ci siamo arrivati dopo un lungo processo aziendale e oggi è un punto di inizio importante. Abbiamo imparato tanto dal passato, ma ora abbiamo una nuova visione futura. Ci siamo rimessi in gioco per arrivare a scoprire qualcosa di nuovo, anche grazie al nostro nuovo consulente enologo Enrico Paternoster, che viene dal Trentino e ci ha aiutato soprattutto nella produzione dei bianchi, un settore che conoscevamo meno rispetto ai rossi, coi quali noi abruzzesi abbiamo invece un legame storico più profondo.”
Durante la masterclass, condotta da Giuseppe Carrus – curatore della guida Vini d’Italia – si è svolta una degustazione orizzontale strutturata in quattro blocchi: per ciascuno, due annate dello stesso vino. Questo approccio ha permesso al pubblico di cogliere l’evoluzione e le peculiarità delle etichette nel tempo, sotto la guida esperta di Carrus e i racconti appassionati di Vincenzo Spinelli.
In accompagnamento, lo chef residente della Gambero Rosso Academy, Marco Brioschi, ha ideato tre portate pensate per esaltare le specifiche caratteristiche organolettiche dei vini:
- Antipasto: Tonno di coniglio, primizie primaverili cotte e crude, salsa Bernese
- Primo: Bottoni di ricotta di bufala, acqua di mandorla, erbe fini e sgombro
- Secondo: Rombo, carota e nocciole
Carrus ha definito i vini Spinelli come espressioni autentiche e contemporanee di un territorio: “Il vino del futuro deve essere comprensibile, avere carattere e non risultare mai banale. In un’epoca difficile per il comparto vinicolo, tra dazi, calo dei consumi e l’orientamento no-alcol delle nuove generazioni, Spinelli risponde con vini bevibili, piacevoli ma dalla chiara identità territoriale. Prodotti tipici, dal carattere ben definito, che rispettano il suolo, il clima e ogni elemento naturale.”
Tra i vini in degustazione:
- Stagioni del Vino Abruzzo DOC Pecorino Superiore 2023 e 2022
- Zione Cerasuolo d’Abruzzo 2023 e 2022
- Stagioni del Vino Trebbiano d’Abruzzo 2022 e 2021
- Stagioni del Vino Montepulciano d’Abruzzo 2022 e 2021
I due Pecorino hanno mostrato personalità distinte. Il 2023 si è rivelato impattante, fresco e profumatissimo, con sentori erbacei e tropicali, grande acidità e complessità. Il 2022, figlio di un’annata più calda, ha espresso maggiore sapidità e un’acidità più gentile, riflettendo appieno le caratteristiche del versante di produzione.
I Cerasuolo d’Abruzzo, nella loro doppia annata, si sono distinti per eleganza e freschezza. Dal colore unico, il rosato meno rosato che c’è riesce a regalare grandi soddisfazioni anche quando invecchia un po’.
Il Trebbiano, meno floreale e fruttato di altri vitigni bianchi, ha invece offerto un’espressione più rustica e territoriale, con un interessante gioco di spezie e fieno che ne definisce il carattere. “È il vino legato a mio padre,” ha detto Spinelli. “Quello che lui ha più fortemente voluto.”
Il Montepulciano d’Abruzzo, infine, classico abruzzese per eccellenza, è stato rivisitato con una mano più leggera sull’uso del legno. “Non rinnegare il passato – ha sottolineato Spinelli – ma prenderne gli aspetti migliori. Vogliamo vini maturi ma non marcati, adatti a piatti strutturati, ma che non risultino mai eccessivi.”
Un punto fermo della filosofia Spinelli è il concetto di pulizia: “Per noi è una vera ossessione. Attraverso la pulizia del prodotto riusciamo a raccontare un territorio.”
I piatti di Brioschi, perfetti nel valorizzare i vini, si sono rivelati divertenti e felicemente azzardati, un’ulteriore conferma dell’equilibrio tra ricerca e rispetto della materia.
In conclusione, la masterclass di Gambero Rosso ha offerto un affresco completo del nuovo corso di Cantine Spinelli: una realtà che guarda avanti senza dimenticare le proprie radici, che esplora nuove possibilità stilistiche senza mai perdere la coerenza identitaria.
Vini sinceri, franchi, unici: è il commento finale condiviso in sala. Con l’umiltà di Vincenzo Spinelli, il legame familiare e lo sguardo aperto sul futuro, questa cantina sembra pronta a raccontare una nuova stagione per il vino abruzzese.
Roberto Puntato