Dal 10 al 12 ottobre, la poesia della narrazione incontra la musica in un racconto ispirato alla novella orientale di Marguerite Yourcenar, tra fiaba, mito e riflessione sull’arte
Arriva per la prima volta a Roma, sul palco del TeatroBasilica, Un mare di giada, spettacolo di narrazione e musica tratto liberamente dalla novella orientale “Come Wang Fo fu salvato” di Marguerite Yourcenar. In scena dal 10 al 12 ottobre, lo spettacolo è elaborato e narrato da Sista Bramini, con musiche originali eseguite dal vivo da Sara Galassini.
Prodotto da O Thiasos TeatroNatura, con il supporto della Residenza “Artisti nei territori” 2024 di Terrammare Teatro, Un mare di giada è un’opera immersiva che intreccia racconto e suono in un linguaggio teatrale che attinge alla tradizione orale e alle suggestioni della natura. Il TeatroBasilica, già luogo d’elezione per Sista Bramini nella sua attività romana, accoglie questa creazione poetica in una nuova forma pensata per lo spazio chiuso.
Una fiaba sapienziale tra pittura e potere
Lo spettacolo racconta le vicende del vecchio maestro pittore Wang Fo, che insieme al giovane discepolo Ling percorre le vie della Cina dipingendo paesaggi e figure animati da uno sguardo incantato e visionario. Ma l’arrivo nella città imperiale segna una svolta drammatica: Wang Fo viene arrestato per ordine dell’Imperatore, che lo accusa di aver compiuto un crimine attraverso la sua stessa arte.
Da qui si snoda una riflessione intensa e senza tempo sull’incontro (e lo scontro) tra Arte e Potere, tra la bellezza che crea e il potere che giudica e distrugge.
Una narrazione che diventa paesaggio sonoro
La narrazione di Sista Bramini si fonde con il tessuto musicale creato da Sara Galassini, che accompagna il racconto utilizzando una ricca varietà di strumenti dalle sonorità orientali e rarefatte: gong, campane tibetane e giapponesi, shruti box, tamburi provenienti da diverse culture (come darbuka, tamburo dell’oceano, tamburo a cornice), flauto Shakuhachi, Kalimba, Koshi Chimes, Zitter e altri strumenti evocativi.
Attraverso suoni e parole, lo spettacolo costruisce un mondo poetico e simbolico, dove la relazione tra maestro e discepolo si riflette anche nel dialogo artistico tra narratrice e musicista. I paesaggi naturali evocati dai suoni si mescolano con quelli immaginati nei quadri del protagonista, creando un’esperienza sensoriale e intellettuale insieme.
“Un mare di giada” è un invito a lasciarsi trasportare in una dimensione sospesa, dove l’arte diventa un ponte tra mondi, tra l’umano e il non umano, tra la libertà dell’immaginazione e i limiti imposti dal potere. Un appuntamento prezioso per chi cerca nel teatro un luogo di bellezza e pensiero.
Roberto Puntato